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Italia: rimbalza la produzione industriale a maggio

Italia: rimbalza la produzione industriale a maggio

Dopo quattro cali consecutivi, il rimbalzo dell'1,2% m/m della produzione industriale a maggio non sorprende e non è sufficiente a invertire il crollo cumulato del -3,5% dei mesi precedenti. Il settore industriale agirà da freno al PIL del 2° trimestre e probabilmente rimarrà debole nei mesi successivi. Vediamo un rallentamento della crescita del PIL intorno a 0,1-0,2% t/t nei restanti trimestri del 2023. Le nostre previsioni trimestrali sono coerenti con una crescita all'1,2% nel 2023.

La produzione industriale è aumentata dell'1,6% m/m a maggio da un precedente -2,0% m/m (rivisto al ribasso di un decimo). In termini tendenziali la produzione è scesa del -3,7% da -7,4% di aprile ed è ancora inferiore dell'1,9% ai livelli di fine 2022. Dopo quattro mesi di cali, riteniamo che il rimbalzo sia in gran parte “tecnico” e che sia improbabile una significativa riaccelerazione del settore nei prossimi mesi.

Il rimbalzo ha interessato tutte le componenti con i beni strumentali che sono risultati trainanti (+1,3% m/m da -2,1%). La produzione di beni intermedi è aumentata dell'1,2% m/m (da -2,4%) mentre l’output di beni di consumo è salito dell'1,1% m/m (da un precedente -0,7% m/m). L’energia avanza di 0,1% m/m da -0,3%. In termini tendenziali però tutti i principali comparti ad eccezione dei beni strumentali (+2,1%) restano in territorio negativo.

La produzione industriale è in rotta per una contrazione di -1,5% t/t nel 2° trimestre quando frenerà la crescita del valore aggiunto. L'allentamento dei vincoli dell'offerta potrebbe fornire solo un sostegno limitato, mentre le indagini sono coerenti con fondamentali di domanda ancora deboli, suggerendo che l'attività rimarrà fiacca nei prossimi mesi. A giugno, infatti, il PMI manifatturiero ha sorpreso al ribasso, portandosi sui minimi dalla primavera 2020 con indicazioni di contrazione della produzione, degli ordini e degli acquisti di beni intermedi a fronte di un ulteriore incremento delle scorte di prodotti finiti.

La deludente ripresa cinese, la sottoperformance tedesca e il rallentamento degli Stati Uniti non offrono prospettive incoraggianti per la manifattura italiana, che quindi difficilmente potrà sostenere la crescita quest'anno. Almeno per il momento però i servizi sembrano abbastanza forti da compensare la recessione del settore manifatturiero.

Dopo un'espansione dello 0,6% t/t all'inizio del 2023, ci aspettiamo che la crescita del PIL rallenti a 0,1% t/t nel 2° trimestre e che si aggiri intorno allo 0,2% t/t nei due trimestri successivi. Tali stime, grazie anche ad un effetto trascinamento favorevole, restano coerenti con la nostra previsione di crescita all'1,2% nel 2023.

 

Commento di Andrea Volpi, economista della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo

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