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Focus Commodity: asset ciclici volatili, in crescita i beni rifugio

La foto che illustra il Focus Commodity mostra dei sacchi pieni di legumi e cereali

L'eccezionale stretta monetaria registrata negli scorsi trimestri, dopo anni di tassi di interesse prossimi allo zero, ha comportato un aumento dei costi di finanziamento e un'intensificazione dei rischi di recessione. Pertanto, sui mercati fisici le scorte di materie prime sono ora percepite come troppo costose (dati gli alti tassi di interesse) e troppo rischiose (data l'incertezza sulla domanda finale) da gestire. Sui mercati finanziari, energia e metalli non sono più percepiti come investimenti interessanti, essendo asset ciclici, e hanno quindi risentito della rotazione dei portafogli verso asset difensivi.

Di seguito gli highlights del Focus Commodity, a cura della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo:

Materie prime: recession blues

Nel breve periodo, la debolezza della domanda di materie prime sui mercati fisici e finanziari continuerà probabilmente ad alimentare pressioni al ribasso e volatilità per le commodity cicliche. Tuttavia, i bassi livelli di scorte, i trend verso decarbonizzazione e transizione energetica e un sottoinvestimento strutturale in metalli e combustibili fossili stanno creando gravi squilibri che potrebbero aprire la strada a un altro ciclo rialzista non appena le preoccupazioni per l'attuale contesto recessivo si attenueranno.

Petrolio: Arabia Saudita contro short sellers

Rimaniamo positivi sul petrolio perché il mercato potrebbe registrare un deficit nel secondo semestre grazie all'aumento stagionale della domanda, all'accelerazione dei consumi in Cina e nel settore dell'aviazione, alla ricostituzione delle riserve strategiche da parte degli Stati Uniti, ai persistenti rischi geopolitici e ai vincoli alla produzione implementati dai membri dell'OPEC+, guidati dall'Arabia Saudita, impegnati a contrastare i venditori allo scoperto e a proteggere la stabilità del mercato.

Mercati energetici: pronti per l'estate?

Sinora la maggior parte delle variabili chiave che influenzano i prezzi del gas (offerta, domanda, stoccaggio, condizioni meteorologiche, concorrenza con l'Asia e rischi geopolitici) hanno avuto un impatto ribassista o neutrale sui prezzi, ma le cose potrebbero cambiare nel corso dell'estate. Infatti, diversi rischi continuano ad offuscare l'orizzonte e il mercato del gas potrebbe tornare nuovamente in deficit, complicando il processo di riempimento degli stoccaggi europei in vista dell'inverno e alimentando pressioni rialziste sui prezzi di gas e gas naturale liquefatto (GNL). 

Metalli preziosi: l'incertezza sostiene i beni rifugio

Il picco dell'inflazione è probabilmente alle spalle, la crescita globale sta rallentando e le principali economie stanno entrando in recessione tecnica. Le politiche monetarie alimenteranno ancora volatilità tra gli asset finanziari e probabilmente sosterranno i prezzi di oro e argento nei prossimi mesi.

Metalli industriali: in attesa della Cina

I bassi livelli di scorte di metalli potrebbero rappresentare un significativo rischio inflazionistico per l'economia globale: se i timori di recessione si affievolissero e la crescita della Cina accelerasse, i metalli sarebbero in un'ottima posizione per recuperare terreno e riprendere il loro super ciclo post-Covid.

Agricoli: elasticità dell'offerta ai prezzi

Diversi prodotti agricoli sono destinati a registrare ampie eccedenze nella prossima stagione a causa dell'aumento dell’offerta mondiale, dato che la produzione di queste materie prime esibisce la maggiore elasticità ai prezzi.

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