Petrolio relativamente stabile nonostante i rischi geopolitici nel Mar Rosso

Nonostante i rischi geopolitici in Medio Oriente e i problemi al transito di petrolio e gas attraverso il Mar Rosso, i mercati del greggio mostrano una relativa stabilità, grazie ai mercati ben forniti e alle preoccupazioni macroeconomiche legate al rallentamento dell'economia globale.

Le forniture sono adeguate, per ora:

• L'OPEC+ sta artificialmente limitando la produzione per proteggere l'equilibrio di mercato (o la stabilità dei prezzi?), ma l’aderenza ai target di produzione potrebbe mostrare nuove crepe e la spare capacity (ovvero la capacità produttiva inutilizzata) è elevata;
• Le scorte globali sono vicine alla media quinquennale e sono destinate ad aumentare;
• Le scorte statunitensi sono basse, ma la produzione di greggio degli Stati Uniti raggiungerà probabilmente nuovi record nel 2025.

I rischi legati alla domanda sono orientati al ribasso:

• La crescita globale sta rallentando;
• La Cina sta affrontando diversi problemi, tra cui una grave crisi nel settore immobiliare;
• La ripresa post-pandemica nel settore dell'aviazione è quasi completata.

Rischi geopolitici e politiche dell'OPEC+ contribuiscono a sostenere i prezzi e la backwardation.

• Le tensioni in Medio Oriente e la guerra in Ucraina contribuiscono a mantenere un modesto, ma positivo, premio al rischio geopolitico ed alimentano la backwardation lungo la curva forward del Brent;
• È improbabile che l'OPEC+ abbandoni i tagli obbligatori e volontari alla produzione in tempi brevi.

I margini di raffinazione sono ben sostenuti da problemi logistici, ritardi e alti tassi di utilizzo delle raffinerie.

• L'Ultra Low Sulfur Diesel (ULSD) è attualmente ben supportato e i margini di raffinazione sono relativamente elevati;
• Se i rischi geopolitici si attenuassero e il rallentamento globale si rivelasse peggiore del previsto, i margini potrebbero ridursi più rapidamente di quanto atteso al momento.

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