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Settore bancario a fine 2022: depositi in calo dopo oltre dieci anni di crescita

Settore bancario a fine 2022: depositi in calo dopo oltre dieci anni di crescita

Tassi d’interesse

Il 2022 si è chiuso con tassi sui depositi interessati da aumenti ancora molto contenuti. Il medio sui conti correnti è salito a dicembre a 0,15% e a 0,17% a gennaio 2023 secondo le stime ABI, quello complessivo sui depositi a 0,45% e 0,49% rispettivamente. Notevoli rialzi sono stati registrati dai tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita, col rendimento offerto alle società non-finanziarie salito di ben 71pb m/m a 2,20%. I tassi sui nuovi prestiti alle società non-finanziarie hanno registrato un altro rialzo significativo, per complessivi 2,1 punti percentuali in quattro mesi. Il medio è balzato a 3,55% a dicembre, in aumento di 54pb m/m, a cui si sono aggiunti 15pb a gennaio a 3,70%, secondo le stime ABI. Per i tassi sulle erogazioni di prestiti alle famiglie per acquisto abitazioni, a fine 2022 i rialzi si sono temporaneamente fermati. Il tasso medio complessivo è sceso a dicembre di 5pb a 3,01% ma risulta tornato in forte aumento a gennaio 2023 a 3,53% secondo le stime ABI.

Prestiti

A dicembre 2022 la crescita dei prestiti al settore privato ha rallentato a +2,1% a/a, dal 3,4% di novembre, ma le anticipazioni ABI mostrano una stabilizzazione del ritmo a +2,0% a gennaio 2023. La frenata è stata determinata dai prestiti alle società non-finanziarie che a fine 2022 hanno subito un arresto della crescita, col tasso di variazione sceso a -0,4% da 2,7% di novembre. Tale andamento è dovuto al rapido rallentamento dei prestiti a breve termine e all’ulteriore indebolimento dei prestiti a medio-lungo, risultati chiaramente in calo a fine anno. Anche i prestiti alle famiglie hanno rallentato, ma hanno mantenuto una buona dinamica, del 3,3% a/a. In particolare, i mutui casa hanno continuato a segnare un ritmo di crescita robusto, del 4,6% a/a a dicembre. I flussi mensili hanno confermato lo spostamento delle preferenze verso i mutui a tasso variabile, che a dicembre hanno registrato erogazioni pari a oltre 4 volte il volume di fine 2021, alla luce di un differenziale tra tasso fisso e variabile salito da metà 2022 a punte di 0,9% e 1%, per chiudere il 2022 a 0,8%.

Raccolta

Dopo un lungo periodo di crescita durato oltre dieci anni, a fine 2022 i depositi bancari hanno registrato un calo, pari a -0,7% a/a, proseguito a gennaio 2023. Ancora una volta, l’evoluzione è stata determinata dai conti correnti, che a dicembre hanno registrato una contrazione dell’1,6% a/a, a causa del calo di quelli delle società non-finanziarie. Questi nel 2022 hanno segnato un flusso netto negativo, pari a -23,6 miliardi. A fronte di ciò, parte della liquidità delle società non-finanziarie è stata riallocata sui depositi a tempo, per 17,6 miliardi. Pertanto, nell’anno il calo del complesso dei depositi delle società non-finanziarie è stato contenuto in circa 6 miliardi. Diversamente, i depositi delle famiglie sono rimasti in crescita, sebbene in graduale rallentamento a +1,2% a/a a fine 2022. Nell’anno, il flusso netto verso i depositi delle famiglie è stato positivo per 15,4 miliardi, ma decisamente ridimensionato rispetto ai 62,8 miliardi del 2021.

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