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Distretti industriali: lieve calo fisiologico ad aprile-giugno (-2,1%)

Distretti industriali: lieve calo fisiologico ad aprile-giugno (-2,1%)

Dopo nove trimestri di crescita ininterrotta, nel periodo aprile-giugno 2023 le esportazioni dei distretti industriali italiani hanno subito un lieve calo, mostrando una variazione tendenziale a prezzi correnti pari al -2,1%. Si tratta di una battuta d’arresto fisiologica che, oltre a risentire del rallentamento della domanda internazionale, è influenzata anche dal confronto con un ottimo secondo trimestre 2022 (quando l’export aumentò del 15,3%) e dal rientro dei prezzi alla produzione per alcuni settori come la metallurgia (-18,2% la riduzione accusata dai prezzi all’export).

È quanto emerge dal report trimestrale sui distretti industriali a cura della Direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo.

Come in altri momenti di ripiegamento ciclico, è aumentata l’eterogeneità dei risultati: su 158 distretti monitorati da Intesa Sanpaolo, 79 hanno registrato una crescita e 79 un calo. A livello settoriale spicca, soprattutto, la buona evoluzione della meccanica, che ha mostrato un aumento tendenziale del 7,4%, e la tenuta di un settore aciclico come alimentari e bevande, in progresso dell’1,9%. Non a caso sono proprio i territori con queste specializzazioni ad aver registrato un andamento positivo nel secondo trimestre. In particolare, nel Mezzogiorno si sono messe in evidenza la Campania (+5,6%) e l’Abruzzo (+4,1%), nel Centro l’Umbria (+5%), nel Nord Ovest il Piemonte (+3,6%) e la Liguria (+2,9%) e nel Nord Est il Trentino-Alto Adige (+2,7%) e l’Emilia Romagna (+3,3%).

I dati per distretto confermano la migliore evoluzione delle aree distrettuali specializzate in meccanica, sistema moda e agro-alimentare. Nel primo semestre del 2023 ai primi dieci posti per aumento delle esportazioni in valore si posizionano infatti due distretti della Moda, l’Occhialeria di Belluno (+€334 milioni e al primo posto della classifica) e il Tessile di Biella (+128 milioni), sette della meccanica, la Meccanica strumentale di Milano e Monza (+314 milioni), le Macchine per l’imballaggio di Bologna (+296 milioni), la Meccanica strumentale di Bergamo (+243 milioni), la Meccatronica di Reggio Emilia (+218 milioni), le Macchine agricole di Modena e Reggio Emilia (+177 milioni), la Food machinery di Parma (+169 milioni), la Meccanica strumentale di Vicenza (+140 milioni), e un distretto agro-alimentare, l’Alimentare di Parma (+120 milioni).

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