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Economia del mare: migliora l’efficienza dei porti italiani

Economia del mare: migliora l’efficienza dei porti italiani

Il disaccoppiamento fra le economie di Usa e Cina e il conflitto ucraino stanno avendo un effetto molto profondo su traffici marittimi, da cui passa il 90% del traffico mondiale in termini di volume e il 70% in termini di valore. È quanto emerge dall’intervento di Massimo Deandreis, direttore generale del Centro Studi SRM, collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo, durante il Festival di Limes, rivista di geopolitica.

Nel Mediterraneo è concentrato il 20% del traffico mondiale via mare e il canale di Suez, forse lo snodo marino più importante a livello mondiale, punto di contatto fra Asia, Africa ed Europa e via privilegiata per i commerci con la costa atlantica americana, pesa per il 12% di questi traffici mondiali e per il 40% dell’import-export italiano. Se consideriamo, poi, il peso della Blue economy nel nostro Paese, che ha superato i 52,4 miliardi di valore aggiunto, con 228mila imprese e 914mila addetti, è evidente come il mare sia di fondamentale importanza per l’Italia.

Il cambiamento più importante che l’economia mondiale sta vivendo è quello relativo al rallentamento della globalizzazione, che si sta sempre di più regionalizzando con l’avvicinamento fra i luoghi di produzione e i mercati di sbocco. Calano le rotte globali e crescono quelle regionali, con la crescita parallela della modalità di trasporto Ro-Ro, cioè l’imbarco dei tir direttamente sulla nave, in cui l’Italia è leader nella Ue, la modalità più funzionale per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e per l’implementazione delle rotte regionali. Le rotte container intraregionali, va ricordato, sono le più trafficate, cresciute del 64% fra il 2011 e il 2024.

Diventano sempre più importanti i porti, non solo punto di partenza e di arrivo delle merci, ma anche hub energetici, sbocchi privilegiati delle pipeline che arrivano dal Nord Africa e dal Medio Oriente. I porti-container del Mediterraneo, quindi anche quelli italiani, hanno migliorato la loro efficienza, diminuendo il divario con quelli del Nord Europa. L’Italia, per la sua posizione geografica, è il naturale ponte logistico ed energetico Euro-Mediterraneo. Per sfruttare meglio questa posizione di forza si deve investire più e meglio nei porti, soprattutto in quelli del sud, grazie anche alle risorse garantite dal PNRR. Le Zes (zone economiche speciali) e le Zls (zona di libero scambio) sono un fattore di attrazione degli investimenti manifatturieri e la spinta per un più incisivo ruolo logistico dei porti. Un’occasione da non sprecare. 

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