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Finanza locale 2022: saldo positivo per i Comuni, Regioni in peggioramento

Finanza locale 2022: saldo positivo per i Comuni, Regioni in peggioramento

La finanza comunale, dallo scenario emergenziale verso la nuova normalità

Prosegue il miglioramento del saldo anche nel 2022. A fronte della contrazione dei trasferimenti, le altre entrate dei Comuni registrano un incremento, sulla scia dell’anno precedente. Il taglio dei trasferimenti è quindi compensato dal recupero dell’autonomia finanziaria.

Complessivamente, le entrate dei Comuni sono cresciute, nel solo 2022, di €3,3 miliardi, posizionandosi su un livello superiore a quello osservato nel periodo pre-pandemico. Nel 2021, le entrate tributarie, che nel 2020 erano cadute per oltre €2 miliardi, sono aumentate di 1,1 miliardi. Anche le entrate extra-tributarie hanno beneficiato dell’allentamento delle restrizioni e della ripresa dell’attività e realizzano, complessivamente, un incremento di €1,7 miliardi nel 2021.

Con riferimento alle spese, nel 2022 la crescita è stata di €3,3 miliardi e ha raggiunto €70,4 miliardi, superiore di oltre 6 miliardi rispetto al livello pre-pandemia. La crescita della spesa delle Amministrazioni comunali nel 2022 è in buona misura da ricondurre all’aumento dei consumi intermedi indotto dall’accelerazione dei prezzi dell’energia, che si è tradotta in un incremento degli oneri per le forniture di servizi energetici. Crescono inoltre le spese per le prestazioni professionali e specialistiche, connesse con le esigenze di attuazione del PNRR.

Gli investimenti delle Amministrazioni comunali, nel 2022 si assiste a una frenata e gli investimenti si attestano a €11,8 miliardi; un valore indubbiamente superiore ai livelli osservati nella seconda metà degli anni Dieci, quando si fermavano mediamente sotto €10 miliardi all’anno, ma inferiore a quanto registrato nel 2021, nonostante l’avvio di alcuni programmi del PNRR.

Negli ultimi anni si rileva una tendenza alla crescita della criticità finanziaria: nel 2022, il numero di Comuni interessati dall’attivazione di una delle due tipologie di gestione delle criticità finanziarie è salito a 73 (procedura di riequilibrio finanziario o procedura di dissesto). La Corte dei Conti ritiene che tale fenomeno sia da ricondurre all’esaurimento degli effetti della pandemia che ha comportato la cessazione dell’erogazione straordinaria di contributi.

La finanza regionale: andamenti complessivamente positivi ma le prospettive restano delicate

La finanza della Regioni, archiviata la fase straordinaria dell’emergenza, dovrebbe adesso essere attraversata da un processo di “normalizzazione” che però presenta potenziali elementi di criticità, imputabili alle limitate risorse a disposizione. Per quanto la Legge di Bilancio abbia previsto un rifinanziamento del Sistema Sanitario per il triennio 2024-26, questo non appare sufficiente a riportare la spesa sanitaria sopra il 6,3% del PIL; inoltre, un altro problema che caratterizza la sanità pubblica italiana, è individuabile nel reperimento di adeguate risorse umane.

La spesa sanitaria nel 2022 è cresciuta, ma meno del PIL; l’incidenza si è pertanto ridotta. L’aumento di €3,6 miliardi registrato nel 2022 si è concentrato in due componenti principali: i redditi da lavoro e i consumi intermedi. Hanno pesato il rinnovo del contratto del personale non dirigente per il triennio 2019-2021e la spesa per l’acquisto di prodotti farmaceutici, in particolare per i farmaci innovativi (cresciuta del 9,4%).

A livello territoriale, l’evoluzione della spesa nel 2022 è stata pressoché ovunque positiva: gli incrementi maggiori si sono osservati nelle Autonomie speciali, dove in media la spesa sanitaria è aumentata del 3,6%. In particolare, la dinamica è stata molto vivace nella Provincia autonoma di Trento (+9,4%) e in misura inferiore in Valle d’Aosta (+4,1%).

Nel 2022 il risultato di esercizio delle Amministrazioni regionali risulta in peggioramento rispetto al 2021, passando da un disavanzo di €1,1 miliardi a uno pari a 1,4 miliardi. Sono alcune Regioni a determinare il risultato aggregato: Lazio e Sicilia presentano disavanzi elevati.

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