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Focus Stati Uniti: mercato del lavoro in fase di aggiustamento

Focus Stati Uniti: mercato del lavoro in fase di aggiustamento

Un Focus sugli Stati Uniti analizza il mercato del lavoro in cui a fronte di una rapidissima ripresa del PIL, già tornato ai livelli pre-COVID, l’occupazione è rimasta indietro, con un deficit ancora vicino a 7 mln di posti di lavoro rispetto a febbraio 2020. L’aumento degli occupati ha subito una battuta d’arresto in primavera, in contrasto con la riapertura delle attività aggregative, il costante rialzo delle posizioni aperte e la crescente difficoltà delle imprese a reperire manodopera.

Tale rallentamento tuttavia è probabilmente transitorio. Il mercato del lavoro è dominato dalla riallocazione settoriale della domanda e da freni temporanei all’offerta nei settori direttamente colpiti dalla pandemia. Nei prossimi mesi l’offerta dovrebbe ricomporsi, con una riaccelerazione della crescita delle assunzioni e della partecipazione. I rischi di una spirale salari-prezzi sono contenuti.

L’aspettativa nel 1° trimestre era che la crescita occupazionale potesse proseguire sui ritmi di febbraio e marzo (intorno a 700-800 mila al mese), grazie alla riapertura delle attività collegata alla campagna vaccinale, colmando il gap di posti in tali settori. Invece si è registrato un rallentamento della crescita di nuovi posti, apparentemente in contrasto con lo scenario di ampia disponibilità di risorse sul mercato. Nel frattempo, segnali di pressione da eccesso di domanda sono emersi dalle indagini delle imprese che riportano difficoltà/impossibilità a coprire le posizioni aperte, dalla discrepanza fra posizioni disponibili e assunzioni, dal rapido crollo del rapporto disoccupati/posizioni aperte, dal livello record delle dimissioni volontarie e dalla lenta ripresa della partecipazione.

Sul fronte della dinamica retributiva, le informazioni a livello aggregato sono miste. L’andamento dei salari medi nell’ultimo anno è stato falsato dalla ricomposizione settoriale dell’occupazione, che ha determinato una forte accelerazione all’inizio della pandemia dovuta all’uscita dal monte salari degli occupati appartenenti alla fascia bassa della distribuzione, concentrata nei settori ricreativi chiusi per le restrizioni e l’aumento dei contagi. Con le riaperture, il rientro di questi lavoratori ha dato luogo a un’ampia volatilità delle variazioni mensili.

Il quadro del mercato del lavoro appare coerente con una situazione di squilibrio in alcuni settori, con eccesso di domanda determinato da fattori in gran parte (anche se non del tutto) temporanei. La previsione della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, soggetta a notevole incertezza visto che la riallocazione settoriale in atto e i programmi di sostegno pubblico al reddito disponibile sono senza precedenti, è che nei prossimi mesi l’offerta di lavoro nei servizi aggregativi aumenti in modo da permettere una riaccelerazione della dinamica occupazionale su ritmi in media vicini a 600-800 mila posti di lavoro al mese fino all’autunno per poi assestarsi su variazioni medie mensili intorno a 300 mila nei trimestri successivi. La partecipazione dovrebbe aumentare gradualmente, esercitando un modesto freno al sentiero in calo del tasso di disoccupazione, atteso intorno a 4,3% a fine 2021 e a 3,5% a fine 2022.

La crescita salariale dovrebbe essere in rafforzamento, ma generalmente moderata, con rischi modesti per un possibile aumento di pressioni sull’inflazione.

I prossimi mesi, con la fine dei programmi federali di integrazione ai sussidi di disoccupazione e la persistenza del calo dei contagi, saranno cruciali per valutare la validità di queste previsioni.

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