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BRICS+: economie emergenti in crescita

BRICS+: economie emergenti in crescita

BRICS è la sigla che rappresenta le economie emergenti mondiali che si sono riunite negli anni 2000: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Con il primo gennaio 2024 entreranno a far parte dei BRICS altri sei paesi: Argentina, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran.

Si tratta di un insieme molto variegato di economie, con una crescente rilevanza nel commercio mondiale di materie prime.

n I dati relativi agli scambi per il 2022 si basano per alcuni stati su mirror data, ma evidenziano comunque un incremento tendenziale del valore espresso in dollari del 3,3% a/a, arrivando a circa 10.393 miliardi di dollari. A trainare l’aumento è la dinamica dell’export (+5,3% a/a) a 5.793 miliardi di dollari, mentre l’import è cresciuto solo dello 0,8% a/a a 4.600 miliardi di dollari.

n La Cina è il paese più rilevante con circa il 61% dei tutti gli scambi BRICS+ nel 2022, segue l’India con oltre l’11%, la Russia con il 7% ed il Brasile con il 6%. Tra le nuove economie che entreranno il prossimo anno, spiccano gli EAU con il 4,7% e l’Arabia Saudita con il 4,5%.

n A livello mondiale nel 2022 gli scambi cinesi hanno rappresentato il 12,7% del totale, segue l’India con il 2,4% e la Russia con l’1,5%. Brasile, EAU e Arabia Saudita si attestano attorno all’1%.

n La maggior parte degli scambi dei BRICS+ è avvenuto nel 2022 con i paesi asiatici, sebbene le quote possano essere variate dalla presenza di mirror data. L’Asia ha fornito circa il 59% dell’import ed ha acquistato oltre il 49% dell’export, in netto aumento in entrambe le direzioni rispetto al 2017. L’Europa ha ridotto negli anni il proprio peso nell’import (20,5% dal 23%), mentre è aumentata la sua importanza come mercato di destinazione (24% da 22%). Poco variate le quote di Americhe e Africa.

n Il dettaglio merceologico delle importazioni dei BRICS+ evidenzia l’importanza di macchinari e minerali, la cui quota complessiva ha sfiorato il 50% del totale importato nel 2022. Seguono i prodotti chimici, l’agro-alimentare ed i metalli. È determinante il peso sulla domanda mondiale di queste economie: oltre un quarto dell’import di minerali era originato dai BRICS+, il 19% dei macchinari, il 17% dei prodotti chimici e dell’agro-alimentare, il 16% dei metalli.

n Gli stessi comparti caratterizzano anche le esportazioni, con pesi ancor più significativi a livello mondiale. L’export di macchinari ha sfiorato il 25% del totale mondiale, ha superato il quarto anche nei minerali mentre è stato del 26% per i metalli. I BRICS+ hanno fornito circa il 19% di tutto l’agro-alimentare ed il 16% dei prodotti chimici.

n L’Italia ha scambiato nel 2022 con queste economie circa 168 miliardi di euro (+31% a/a). Le importazioni, in aumento del 46% a/a, hanno superato i 117 miliardi di euro, trainata dall’andamento delle quotazioni delle materie prime. Le esportazioni hanno sfiorato i 51 miliardi di euro (+6% a/a), il deficit ha raggiunto 66,5 miliardi di euro.

n Anche per l’Italia è determinante il ruolo della Cina: nel 2022 l’8,8% dell’import italiano proveniva dalla Cina ed era destinato a questo mercato il 2,6% dell’export. Seguono la Russia, rispettivamente con il 4,1% dell’import e lo 0,9% delle esportazioni, l’India (1,5% e 0,8%), l’Arabia Saudita (1,1% e 0,7%), il Brasile (0,9% e 0,8%) e l’Egitto (0,5% e 0,6%).

n Le importazioni italiane sono costituite per oltre il 23% da prodotti minerari, per il 13% da metalli, per l’8,5% dal tessile e abbigliamento e dai prodotti chimici, mentre elemento cardine dell’export rimangono i macchinari meccanici con quasi il 26%. Segue il settore Moda (12%), la chimica (9%), i manufatti vari (rappresentati in prevalenza da prodotti dell’oreficeria e gioielleria, come da arredamento e mobili) e mezzi di trasporto (entrambi con circa l’8%).

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