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Intelligenza Artificiale: uno Studio di Intesa Sanpaolo Innovation Center

Nel 1950 Alan Turing, uno dei padri dell’informatica, cominciò a ipotizzare che le macchine potessero simulare l’intelligenza umana, e nel 1956 uno studioso americano coniò il termine “Intelligenza Artificiale” (IA).

Il cammino di questa disciplina è stato lungo e faticoso, ma oggi le tecniche e le applicazioni di IA si stanno ormai diffondendo rapidamente offrendoci sempre nuove sorprendenti applicazioni.

L’IA può definirsi come l’insieme di tecnologie che consentono alle macchine di eseguire compiti simili a quelli eseguiti dagli uomini. Suo scopo, come si legge nella Treccani, non è quello di replicare l’intelligenza umana ma di riprodurne o emularne alcune funzioni. 
 

Una panoramica dello stato attuale dell’IA e delle sue prospettive è fornita dal Rapporto “Artificial Intelligence Revolution” realizzato da Intesa Sanpaolo Innovation Center in collaborazione con l’Associazione Italiadecide e presentato sul finire dello scorso anno alla Conferenza che riunisce periodicamente a Torino i maggiori esperti mondiali della materia.
 

Intesa Sanpaolo Innovation Center è la struttura del Gruppo che esplora i nuovi modelli di business per creare gli asset e le competenze necessarie a supportare la competitività del Gruppo e dei suoi clienti e agire da motore e stimolo della nuova economia in Italia, in particolare nei settori più avanzati come l’Industria 4.0, l’Intelligenza Artificiale e l’Economia Circolare. E’ un acceleratore di impresa che promuove l’innovazione rivolgendosi all’ecosistema delle startup innovative per sostenerle nei loro percorsi. Contribuisce inoltre in generale alla diffusione della cultura dell’innovazione attraverso varie iniziative.

Alcuni dati di riferimento

Secondo le stime internazionali più accreditate, entro il 2020 nei Paesi più sviluppati 5 milioni di posti di lavoro saranno rimpiazzati da macchine e nel 2030 il 30% dei posti di lavoro nel mondo sarà automatizzato. L’economia nel suo insieme ne beneficerà in termini di efficienza e produttività, e d’altra parte, a fronte dei posti di lavoro scomparsi, nasceranno nuove professioni e nuovi mercati. 

Gli investimenti in robotica toccheranno nel 2020 i 3 miliardi di $ e nel 2025 il mercato globale dei sistemi IA varrà quasi 60 miliardi di dollari.

I robot però non ci sostituiranno: piuttosto incominceranno a lavorare in sinergia con noi. Un robot è inferiore all’uomo per empatia, sensibilità e destrezza fisica, ma è superiore per precisione e rapidità. Questa collaborazione è già iniziata e i dati dimostrano che un team uomo-robot ha una produttività dell’85% superiore a quella di team di soli uomini o di sole macchine. 

Genericamente, per robot si intendono in realtà tutte le forme di tecnologie di automazione, dai robot fisici agli assistenti virtuali, ai sistemi in grado di interagire con gli esseri umani in linguaggio naturale.

IA: dove e come

Per loro natura alcune attività sono più soggette ad essere rimpiazzate o fortemente supportate dall’IA: quelle che richiedono compiti ripetitivi, assemblaggio e manipolazione di oggetti, ma anche in una certa misura attività come assistenza clienti, assunzione di personale, amministrazione.

Meno soggetti sono invece quei lavori che richiedono intelligenza sociale e capacità di negoziazione, relazione, collaborazione, creatività, p.es. psicologi, sociologi, personale sanitario, artisti, manager.

L’IA è già una realtà in settori come:

  • agricoltura: sistemi intelligenti per irrigazione e trattamenti con pesticidi e fertilizzanti, monitoraggio del bestiame, macchinari agricoli dotati di sensori, controllo del clima nelle serre
  • automotive: auto con  guida autonoma, interazione col sistema di infotainment mediante linguaggio naturale o a gesti
  •  finanza: modelli di pagamento innovativi, roboadvisor, cybersecurity
  • sanità: diagnosi per immagini, gestione delle emergenze, ricerca genetica, apparecchiature indossabili per rilevare parametri medici
  • industria manifatturiera: cobot (robot progettati per lavorare insieme con l’uomo), rilevazione e prevenzione di anomalie produttive, cambio di programmi di produzione, per non parlare della rivoluzione in atto con l’Industria 4.0

Si prevede che i bambini di oggi cambieranno almeno sette lavori nel corso della loro vita, cinque dei quali oggi non esistono ancora. 
Per gestire queste trasformazioni epocali occorre sviluppare con la formazione nuove capacità, che vengono riassunte nella letteratura anglosassone con l’acronimo STEAM-Science, Technology, Engineering, Art , Maths, in cui si aggiungono, al bagaglio tecnico-scientifico, le arti, più in generale le scienze umanistiche, per la loro capacità di sviluppare il pensiero creativo e la progettualità. Da notare che Il 35% delle skill necessarie oggi per un lavoro qualificato saranno differenti tra cinque anni.

Nel rapporto “Artificial Intelligence Revolution” una sintesi di realtà e prospettive di questa nuova tecnologia destinata a cambiare molti paradigmi della vita economica e sociale

Intelligenza Artificiale in Italia

E’ dalla fine degli Anni 80 che l’IA trova spazio nelle Università italiane e nei centri di ricerca. In poco tempo Genova, Milano, Torino, Roma e Trento diventano poli di innovazione su scala internazionale. Né va dimenticata l’Università di Parma, che partecipò alla Mille Miglia 1987 con il suo primo veicolo a guida automatica, 10 prima della nascita di Google, oggi punto di riferimento del settore.

L’ampia presenza di istituti di ricerca pubblici e privati e la vivacità del sistema delle PMI sono segno del potenziale del nostro Paese.

Va poi aggiunta l’attività di numerose promettenti startup impegnate in campi come elaborazione del linguaggio naturale, visione computerizzata e riconoscimento di immagini, machine learning (capacità dei computer di imparare senza essere programmati),  big data, robotica avanzata, supercomputer e  computer quantistici

L’IA può recare un grande vantaggio competitivo al made in Italy esaltandone le caratteristiche di eccellenza. L’alta richiesta di prodotti personalizzati e la necessità di lasciare spazio alle idee hanno infatti bisogno di tecnologie capaci di occuparsi da sole delle fasi organizzative e produttive.

Fra le opportunità che si presentano figurano

  • automazione dei processi industriali e fabbriche intelligenti
  • realizzazione, su base IA, di prodotti di uso comune che trovano nuova vita e nuovi impieghi: controllo, anche a distanza, delle apparecchiature domestiche, sicurezza, monitoraggio di illuminazione, temperatura, consumi energetici, ecc.
  • ideazione di servizi, che già stiamo sperimentando, che forniscono informazioni su abitudini dei consumatori e modalità di uso dei prodotti, in grado di migliorare sensibilmente il rapporto coi clienti.
  • Il rapporto si conclude ricordando le raccomandazioni per la politica formulate dall’Associazione Italiadecide:
  • fornire mezzi per rafforzare il trasferimento di tecnologie e informazioni tra università, enti di ricerca, industrie
  • promuovere una pianificazione strategica a livello nazionale per l’IA
  • aumentare la consapevolezza delle PMI e fornire mezzi per incoraggiarle ad abbracciare il cambiamento, decisivo per la loro sopravvivenza e il loro successo
  • promuovere la conoscenza dell’IA presso l’opinione pubblica, in particolare giovanile

 

 

Giugno 2019 

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