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Transizione ESG: accordo con GSE per lo sviluppo sostenibile delle imprese

L’immagine che accompagna la News sull’accordo con GSE per favorire l’integrazione delle tematiche ESG e dello sviluppo sostenibile nell’ambito finanziario e nel tessuto imprenditoriale nazionale ritrae un’aerea di pannelli solari fotovoltaici costruiti sulla superficie dell'acqua

Intesa Sanpaolo e GSE hanno sottoscritto un Protocollo di collaborazione per favorire l’integrazione delle tematiche ESG e dello sviluppo sostenibile nell’ambito finanziario e nel tessuto imprenditoriale nazionale.

L’accordo con GSE rientra nel più ampio impegno di Intesa Sanpaolo per sostenere la transizione ESG delle imprese inserito nel Piano d’Impresa 2022-2025.

Più in dettaglio, l’accordo prevede l’avvio di attività congiunte tra GSE e diverse strutture di Intesa Sanpaolo, relative a:

  • sviluppo di analisi di scenario per la valutazione del rischio di transizione in base a caratteristiche settoriali, dimensionali e territoriali, evidenziando i fattori di mitigazione, in linea con le indicazioni della BCE
  • studio dell’integrazione dei rischi climatici e ambientali nel modello di rischio aziendale, in particolare nel processo di erogazione del credito
  • iniziative di formazione per le imprese italiane sui temi della transizione energetica e della riduzione del carbon footprint e per favorire progetti di sviluppo e investimento sostenibile, anche in logica di valorizzazione delle filiere produttive

La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e GSE conferma l’importanza che le attività di analisi dei rischi della transizione ecologica rivestono per le imprese finanziarie e industriali nazionali, alla luce della sfida della decarbonizzazione posta dai mercati e dalla regolazione comunitaria.

GSE, Gestore dei Servizi Energetici, è una società del Ministero dell'Economia per la promozione dello sviluppo sostenibile.

La transizione ecologica in Italia - Analisi

Mai come oggi, la crescita è connessa a un impegno verso la sostenibilità in tutte le sue forme. Da un’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo emerge che nel corso dell’ultimo decennio, l’Italia ha compiuto importanti passi in avanti dal punto di vista degli investimenti green. Se si guarda al percorso di abbattimento delle emissioni climalteranti, nel periodo 2008-19 l’intensità di emissione dell’industria italiana si è ridotta del 39%, a fronte di un -32% nell’UE27, collocandosi, a fine periodo, su 0.287 chilogrammi di GHG (Green House Gas) per euro di valore aggiunto pur mantenendo un’intensità emissiva seconda solo a quella della Germania, tra i principali concorrenti UE. A questo percorso sta contribuendo la diffusione delle fonti rinnovabili di energia (FER), che a livello industriale presentano un elevato potenziale. In particolare, le fonti FER offrono buone prospettive di impiego in tutti quei settori più tradizionali del Made in Italy dove i processi produttivi utilizzano calore a temperature medio-basse (andando a sostituire i combustibili fossili con biomasse, solare termico o pompe di calore), mentre dovranno essere abbinate ad altre tecnologie, come i gas rinnovabili (idrogeno) nei settori cosiddetti “hard-to-abate”, altamente energivori e ad alta intensità di emissioni climalteranti (Prodotti e materiali da costruzione, Metallurgia e Intermedi chimici).

Le criticità affrontate nell’ultimo anno sul fronte energetico impongono però di accelerare: l’Italia ha raggiunto già nel 2014 il target 2020 sui consumi lordi di energia da fonti rinnovabili (fissato al 17%) ma gli obiettivi fissati per il 2030 sono sfidanti e puntano al raddoppio della capacità attuale (inferiore ai 60 gigawatt). Nei primi 9 mesi del 2022 la potenza dei nuovi impianti installati è aumentata del 150% rispetto alle nuove installazioni dello stesso periodo dell’anno precedente (Nota trimestrale FTV, GSE terzo trimestre 2022) ma la strada è ancora in salita. Inoltre, la siccità che continua a mettere sotto pressione il comparto idroelettrico impone di intensificare l’utilizzo delle altre tecnologie, a partire dal fotovoltaico, dove il settore industriale gioca un ruolo chiave con il 48% della potenza fotovoltaica installata nel nostro paese a fine 2021 (fonte rapporto Statistico Solare Fotovoltaico 2021).

La transizione energetica si inserisce in un contesto più ampio di ripensamento dell’intero sistema industriale, agendo su circolarità e scelta di nuovi materiali e prodotti con elevati standard ambientali, sempre più prioritari per consentire alle imprese di essere partner di riferimento sui mercati internazionali.

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