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Sport

Jannik Sinner nella stagione 2023 sull’erba

Contenuto realizzato in collaborazione con la redazione di Ubitennis diretta da Ubaldo Scanagatta

Appena uscito sconfitto in maniera inattesa dal Roland Garros, Jannik Sinner lo aveva promesso: “Ritornerò più forte di prima”. È passato meno di un mese e mezzo e possiamo dire che il talento azzurro ha mantenuto la parola. Grazie a un ottimo percorso sull’erba di Wimbledon, Jannik ha infatti centrato la prima semifinale a livello Slam della sua carriera dopo aver già raggiunto i quarti in tutti i major. Un altro step quindi, arrivato nel torneo più nobile del mondo del tennis: l’ennesimo passo avanti all’interno di un percorso in costante salita al di là di alcuni fisiologici momenti di assestamento. 

Sinner è diventato il decimo italiano a conquistare una semifinale Slam (il terzo se si restringe il cerchio a Wimbledon) ma Jannik è più giovane di tutti i suoi nove predecessori. Il suo cammino sull’erba londinese si è interrotto solo al cospetto del 23 volte campione Slam (di cui 7 proprio ai Championships) Djokovic che ha comunque eletto il nostro portacolori tra i “leader della nuova generazione”, rimarcando anche le difficoltà avute in un match più equilibrato di quanto non indicasse il punteggio. Nonostante l’azzurro non sia riuscito a portare Nole al quinto set come successo invece l’anno scorso ai quarti di finale, sono parsi evidenti i suoi miglioramenti tecnici (ad esempio al servizio e a rete). Il gap di esperienza, come ovvio, rimane ma è proprio giocando questo tipo di partite che è possibile colmarlo. L’asticella è già piazzata piuttosto in alto, ma pensare di poterla sollevare ancora non è fuori luogo, anzi.

Jannik Sinner agli ATP 250 s’Hertogenbosch 2023

La stagione del tennis è sostanzialmente priva di soste, ma lo è in particolar modo tra aprile e la metà di luglio con tre Masters 1000 e due Slam, peraltro su due superfici diverse. Tra la fine del Roland Garros e l’inizio della breve ma intensa e prestigiosa parentesi sull’erba non c’è soluzione di continuità. Il passaggio alla nuova superficie – la più ostica e anche quella a cui i giocatori sono meno abituati – è quindi molto complicato e per essere competitivi a Wimbledon non si può prescindere dai tornei che ne costituiscono una sorta di antipasto. In tal senso, Sinner e il suo team hanno saputo trasformare la prematura eliminazione dallo Slam parigino in un’occasione per dedicare più tempo alla preparazione in vista dei Championships. A differenza di quanto originariamente programmato, Jannik ha infatti preso parte, grazie a un invito degli organizzatori, all’ATP 250 di s’Hertogenbosch in Olanda, dove l’azzurro si è presentato da numero 9 del mondo e da seconda testa di serie del torneo.

2° Turno: Sinner-Bublik

Dopo il bye al primo turno, il sorteggio offre a Sinner subito un test molto probante. L’esordio nel torneo è infatti contro quello che si rivelerà poi essere uno dei protagonisti dello swing sull’erba: l’imprevedibile Alexander BublikJannik, però, riesce a disinnescare l’estro del kazako, evitando di farsi distrarre dai diversi servizi dal basso effettuati dall’avversario e dalla sua vena polemica nei confronti dell’arbitro. Con ottimi numeri al servizio (8 ace e il 65% di prime palle in campo), l’azzurro chiude le ostilità dopo meno di un’ora e mezza con il punteggio di 6-4 6-2: è la 30esima vittoria stagionale per l’altoatesino.

I segnali sono positivi: tornare a giocare sull’erba non è mai facile, ma il feeling tra Sinner e questa superficie sembra già ritrovato. E Jannik lo conferma nel post-partita: “La vittoria con Alcaraz dell’anno scorso a Wimbledon insieme con la sconfitta in cinque set con Djokovic mi hanno dato molta fiducia in vista di questa stagione sull’erba”.

Quarti di finale: Sinner-Ruusuvuori

Per ri-abituarsi al verde in maniera effettiva, però, non basta un match: c’è bisogno di pazienza e gli imprevisti sono dietro l’angolo. Jannik incappa infatti in una giornata no nei quarti di finale del 250 olandese al cospetto del coriaceo Ruusuvuori, giocatore in grado di adattarsi bene all’erba. Il finlandese tiene ritmi molto elevati per tutto l’incontro, non concedendo nulla al servizio, mentre Sinner manca di intensità e non riesce mai a sciogliersi. Due break – uno per set – decidono la partita: è 6-3 6-4 per Ruusuvuori, che aveva sempre perso contro l’azzurro nei cinque precedenti a livello ATP. Per Jannik è sicuramente un passo indietro rispetto alla vittoria con Bublik, ma il pessimismo generale, tornato immediatamente e prepotentemente alla ribalta, sembra esagerato

Jannik Sinner agli ATP 500 Halle 2023

Il rumore mediatico non scalfisce però l’alto grado di consapevolezza di Sinner che alla vigilia del secondo (e per lui ultimo) appuntamento nella marcia di avvicinamento a Wimbledon parla così alla Gazzetta dello Sport: “So che gli ultimi tornei non sono andati bene, ma non importa. Sono messo bene nella Race per Torino, sono in top 10 e devo ancora compiere ventidue anni. Ho tempo davanti a me”. Dall’Olanda ci si sposta quindi in Germania per l’ATP 500 di Halle: “Andrò in campo felice, con il sorriso sulle labbra e con l’intenzione di godermi ogni istante – dice Jannik – Non mi sento ancora in completa fiducia su questa superficie, ma la confidenza la posso costruire ogni giorno in allenamento o cercando di vincere match”. Insomma, un passo alla volta nell’ottica di arrivare nelle migliori condizioni possibili a Londra.

1° Turno: Sinner-Gasquet

A quattro giorni dalla sconfitta con Ruusuvuori, si torna in campo: dall’altra parte della rete c’è l’esperto Gasquet, due volte semifinalista a Wimbledon (2007 e 2015). Nonostante un primo set vinto abbastanza agevolmente da Sinner, la partita si fa gradualmente più insidiosa per l’azzurro che fatica a convertire le varie occasioni di break a disposizione per imprimere una direzione chiara all’incontro. Così il francese resta in partita e, con grande cinismo, riesce a prolungare la partita al terzo. Da qui in avanti, però, i momenti chiave del match sono tutti appannaggio di Jannik, bravo a non lasciarsi prendere dall’ansia: il numero uno d’Italia sa di essere superiore e, con serenità, lo dimostra chiudendo 6-3 5-7 6-2 dopo due ore e mezza. Il sorriso finale, convinto e genuino, è il segnale migliore per scacciare i pensieri negativi e le critiche. 

2° Turno: Sinner-Sonego

Nel frattempo, ad Halle vince all’esordio anche Lorenzo Sonego e si concretizza così il derby apparecchiato dal sorteggio del tabellone. È il secondo confronto tra i due dopo quello vinto da Jannik a febbraio a Montpellier. La partita, seppur di qualità non eccelsa, è appassionante e intensa: il primo set se lo aggiudica Sonego al tie-break, ma nel secondo arriva la reazione di Sinner che continua comunque ad avere un rapporto complicato con le palle break (“Meglio averle e non sfruttarle che non averle proprio come era successo in Olanda. Guardiamo il lato positivo. Sicuramente devo fare meglio” – dirà poi in conferenza stampa).

C’è equilibrio anche nel parziale decisivo, ma nel fatidico settimo game l’altoatesino piazza la zampata decisiva e dopo quasi tre ore di gioco si guadagna l’accesso ai quarti di finale con il punteggio di 6-7 6-4 6-4: il pubblico tedesco riserva un grande applauso ai due azzurri, protagonisti di un bell’abbraccio a fine match. Jannik si conferma così imbattibile nei derby: 8 vittorie su 8 nelle sfide disputate a livello ATP con connazionali. 

Quarti di finale: Sinner-Bublik

Tra Sinner e la prima semifinale in carriera sull’erba c’è Bublik, affrontato e battuto pochi giorni prima in Olanda. Nel frattempo, però, il kazako ha alzato il livello delle sue prestazioni e ha sconfitto due clienti scomodi come Coric e Struff. Insomma, la sensazione è che non sarà semplice come a s’Hertogenbosch. E in effetti è così perché Bublik sembra intenzionato a dare priorità al punteggio piuttosto che all’intrattenimento. Il giocatore nato in Russia serve bene e potrebbe chiudere il set già sul 5-3. Sinner recupera ma non riesce comunque a raggiungere il tie-break: è 7-5 per Alexander. Jannik ha bisogno di un medical time-out per un problema muscolare a cui l’azzurro si arrende poco dopo: sullo 0-2 del secondo parziale, il numero 9 del mondo va infatti a stringere la mano all’avversario. Wimbledon è troppo vicino per rischiare di peggiorare la situazione. 

Jannik Sinner a Wimbledon 2023

Il ritiro ad Halle è stato precauzionale e gli interrogativi sullo stato fisico del numero uno d’Italia vengono presto cancellati: a una settimana dall’inizio dello Slam londinese, Jannik comunica infatti sui suoi canali social che sarà pronto per i Championships. Dopo l’ottimo risultato raggiunto l’anno scorso con i quarti di finale (e la sconfitta solo al quinto set con Djokovic), le aspettative sono alte nonostante un percorso di avvicinamento non particolarmente semplice e lineare. Lo stesso Sinner non ha interesse a nascondersi e alla vigilia del torneo è chiaro: “Ho dimostrato che se trovo il mio gioco posso fare molto bene su erba: non credo ci siano molti giocatori in grado di poter battere Djokovic, ma io mi includo tra questi”.

L’urna di Wimbledon sembra benevola nei confronti del giovane talento azzurro. I primi turni non dovrebbero riservare particolari problemi e, inoltre, Jannik viene collocato nel quarto di tabellone presidiato da Ruud, il meno temibile sull’erba tra le prime quattro teste di serie. D’altro canto, però, sulla strada del 21enne di San Candido ci potrebbe essere – agli ottavi – Taylor Fritz (fermatosi ai quarti l’anno scorso), ma soprattutto siamo nella metà di tabellone dell’iper-favorito Djokovic, imbattuto a Wimbledon dal 2017.

1° Turno: Sinner-Cerundolo

L’esordio si preannuncia tranquillo: lo sfidante è Juan Manuel Cerundolo, fratello minore e meno temibile di Francisco, l’argentino capace di battere Sinner a Roma. Gli organizzatori collocano il match sul Centre Court e Jannik è assolutamente all’altezza del prestigio del campo. Si gioca con il tetto chiuso vista l’ora tarda, ma l’azzurro è la luce che più risplende nel maestoso impianto. L’altoatesino è infatti particolarmente ispirato (come dimostra uno smash in salto in stile Sampras) e rende ancora più semplice del previsto l’incontro: i numeri al servizio sono di altissimo livello (sono solo 9 i punti persi nei 12 turni di battuta) e il rapporto vincenti-gratuiti è ottimo (28-16). Jannik lascia così solo 2 game per set all’avversario e archivia la pratica in 90 minuti di gioco. 

Queste le sue parole in sala stampa: “Ho giocato molto bene, servito bene, e anche il mio ritmo era molto alto. Ho fatto molta fatica a ‘s-Hertogenbosch, non mi sono mosso bene ma poi già ad Halle mi sono sentito meglio. Mi sento bene fisicamente e sto ritrovando me stesso”.

2° Turno: Sinner-Schwartzman

Mentre la pioggia imperversa sull’All England Club tanto da poter annoverare tra i lavori usuranti quello di giudice arbitro di Wimbledon e molte partite si protraggono su più giorni (come il derby Sonego-Berrettini), Jannik è tra quei pochissimi privilegiati a beneficiare ancora del campo coperto: per il secondo turno con Schwartzman il palcoscenico è infatti quello del Campo 1. Rispetto all’esordio non cambia la nazionalità dell’avversario, ma l’esperienza sì. L’argentino riesce infatti a infastidire Sinner nel corso del primo set, arrivando anche a guadagnarsi una pericolosa palla break sul 5-5, sprecata però con il rovescio. Da quel momento inizia una lunga – ma nemmeno troppo – discesa verso il traguardo per l’azzurro che gioca in costante crescendo. Secondo e terzo parziale sono una formalità: i game lasciati a Schwartzman sono solo tre e la stretta di mano finale arriva quando l’orologio segna due ore dall’inizio del match. 

Alla chiusura del terzo giorno del torneo, Jannik è il solo insieme a Djokovic già al terzo turno del tabellone: “Sono stato fortunato ad aver giocato due volte con il tetto – commenta l’altoatesino – all’inizio probabilmente eravamo un po’ tesi tutti e due e non c’erano tanti scambi. Poi piano piano ho trovato il mio ritmo, potevo servire meglio, ma sono piccole cose”. Le notizie positive per Sinner non finiscono qui: vengono infatti eliminati, nel frattempo, sia Fritz che Ruud e si apre così un’autostrada verso la semifinale.

3° Turno: Sinner-Halys

Il grado di difficoltà sale leggermente per la sfida che mette in palio un posto negli ottavi di finale. Al cospetto di Jannik c’è il francese Quentin Halys, autore di due ottime prestazioni nei primi due turni (contro Evans e Vukic) arricchite da 37 ace complessivi. Il numero 79 del mondo si dimostra avversario scomodo nel primo set in cui esce meglio dai blocchi rispetto all’azzurro e, puntando tutto sul servizio, porta fino in fondo il break conquistato nel quarto gioco grazie ad un paio di errori di Sinner. Il giovane talento di casa nostra è però bravo a resettare e ripartire da zero nel secondo parziale in cui si fa assai più pericoloso in risposta: il break arriva immediatamente e si torna presto in una situazione di parità. Nel terzo Jannik conferma di aver trovato le contromisure al servizio di Halys e sembra avere in mano le redini dell’incontro. Tuttavia, c’è ancora spazio per qualche brivido nel quarto set, ma senza indugiare troppo Sinner riesce a chiudere: dopo due ore e mezza è 3-6 6-2 6-3 6-4.

Oggi sono stato in difficoltà per diversi motivi: era un campo nuovo per me, la palla volava un po’ di più, c’era un po’ di vento, condizioni molto più calde. All’inizio ero in difficoltà, poi dopo ho trovato il mio gioco e di questo sono contento”. Senza brillare quindi, ma il nostro portacolori è agli ottavi: è il primo italiano di sempre a raggiungere questo livello in tutti gli Slam almeno due volte

Ottavi di finale: Sinner-Galan

Si entra nella fase più calda del torneo: le partite ora hanno un peso specifico notevole e poco importa se davanti si ha un esordiente a questo livello in un major. Il colombiano Galan, numero 85 del mondo, non va infatti sottovalutato per la potenza dei suoi fondamentali, a partire dal servizio. La tensione è la grande protagonista di un incontro che stenta a decollare: Sinner sbaglia molto e spreca diverse chance di break (saranno solo tre quelle concretizzate su un totale di 20 avute a disposizione), ma è comunque lucido nei momenti cruciali. Così fa suo il tie-break del primo parziale. 

La partita rimane comunque intricata e Jannik si sblocca solo dopo aver strappato per la prima volta il servizio all’avversario sul 3-4 (dopo ben 14 palle break mancate). È la svolta del match perché lì si apre una striscia di 6 game consecutivi per il 21enne di San Candido che prima si prende il secondo set e poi mette un’ipoteca anche sul terzo. Finisce 7-6(4) 6-4 6-3 dopo due ore e quaranta e Sinner raccoglie un altro primato: è il primo italiano a raggiungere per due anni consecutivi i quarti di finale a Wimbledon. Ancora una volta, il giovane azzurro è onesto in conferenza stampa: “Non ho giocato al top, ma sono contento dell’atteggiamento. Ho imparato molto dalla sconfitta di Parigi, ora mi diverto. Ho ancora tante cose dentro di me e spero di tirarle fuori”.

Quarti di finale: Sinner-Safiullin

Jannik si presenta come favorito anche al match di quarti di finale contro il russo Safiullin, numero 92 del mondo e reduce dal successo su Shapovalov. Ci si aspetta un match incentrato su un continuo braccio di ferro da fondo campo e così è: il ritmo è elevato e l’italiano sembra essere a suo agio. Fa più fatica, invece, Safiullin che però non ha molte altre soluzioni da proporre. Così basta poco a Sinner per allungare e aggiudicarsi il primo set. Il numero uno d’Italia va in vantaggio anche nel secondo ma dal 3-1 in suo favore iniziano 20 minuti di totale blackout per lui. Il russo ringrazia e si ritrova un set pari. Jannik, però, riesce a iniziare il terzo set con rinnovata fiducia e alza gradualmente il suo livello di gioco fino a costringere Safiullin a cedere alla maggiore solidità dell’azzurro. Con un perentorio doppio 6-2, Sinner archivia anche questa pratica e si guadagna la possibilità di giocare per la prima volta in carriera una semifinale Slam: un risultato tanto atteso e altrettanto importante nel suo percorso di crescita. 

Queste le parole di un Sinner sicuramente soddisfatto ma anche molto concentrato in vista del prossimo impegno: “Sono molto contento di giocare la mia prima semifinale qui, sull’erba, una superficie sulla quale all’inizio facevo fatica, ma sulla quale ora mi trovo molto bene. Sin da subito, qui sull’erba di Wimbledon, mi sono sentito a mio agio. Sono soddisfatto di me stesso, di quel che ho fatto. Lavoro seguendo il mio percorso, lavoro per poter vivere grandi emozioni che mi facciano andare avanti”.

Semifinale: Sinner – Djokovic

Per la prima volta nel suo torneo Jannik non è favorito ed è normale che sia così contro chi, nel frattempo, ha superato le 30 vittorie consecutive a Wimbledon (33) e le 350 affermazioni complessive negli Slam (353, dietro solo a Federer e Serena Williams). Per battere Djokovic serve una partita perfetta e anche una versione di Nole non troppo brillante. Sinner entra bene in campo e si procura subito due palle break nel game di apertura, ma il dritto lo tradisce sul più bello come poi succederà anche più avanti. Il serbo, invece, è il cinismo fatto persona e scappa via al primo tentativo. Sono diversi i punti da highlights conquistati dall’azzurro ma quelli importanti ai fini del risultato sono praticamente tutti appannaggio di Djokovic che infatti conquista primo e secondo set in maniera molto simile. 

Nole non concede nulla nei cosiddetti “pressure points” (ne vince addirittura il 77% anche quando deve ricorrere alla seconda di servizio: un dato impressionante), mentre in queste occasioni emerge tutta l’inesperienza di Sinner che troppe volte si fa prendere dalla fretta, dall’ansia di dover essere lui a fare la differenza. Jannik, comunque, resta in partita nonostante lo svantaggio di due set e sul 5-4 del terzo si guadagna anche due palle per allungare il match almeno fino al quarto parziale: sul primo è troppo bravo il 23 volte campione Slam, mentre c’è spazio per le recriminazioni sul secondo. Niente da fare nemmeno in questo caso, quindi. Nole riesce così a raggiungere la sua comfort zone, ovvero il tie-break: ha vinto infatti gli ultimi 13 giocati. Sinner ci prova e sale sul 3-1 ma un doppio fallo gli impedisce di scappare via. Si ritorna allora a lottare punto su punto e Djokovic fa valere ancora la maggiore solidità tennistica e soprattutto mentale. Dopo quasi tre ore di gioco, Jannik deve inchinarsi come l’anno scorso a Nole e lasciare il Centre Court da sconfitto ma comunque tra gli applausi fragorosi del pubblico.

Ho fatto del mio meglio e ho giocato una buona partita. Sentivo di poter avere delle possibilità, ma non sapevo come concretizzarle. È stata dura, ma mi sentivo bene in campo. È stata una giornata difficile, ma imparerò e spero di poter migliorare”. È questo il primo commento dell’altoatesino a fine match, consapevole delle sue mancanze ma anche orgoglioso per quanto messo in mostra: Sono stato più vicino a lui quest’anno in tre set, che l’anno scorso in cinque [anche Djokovic confermerà questa impressione affermando che il punteggio è stato in parte bugiardo, ndr]. Questo è quello che ho sentito oggi e credo che il mio livello sia stato superiore. Ho avuto occasioni in tutti i set. Quando giochi contro Novak sai che non ti regalerà nulla e così è stato. Mentalmente è solido e sa come interpretare i momenti decisivi”.

D’altronde, Djokovic era alla 46esima semifinale in uno Slam, mentre per Sinner era la prima: Jannik non è riuscito a nascondere questa enorme differenza e non si può fargliene una colpa. 

L’estate americana per il prossimo step? Intanto la Race sorride a Sinner

Il sentiment generale su Sinner alla vigilia della stagione sull’erba era tutt’altro che positivo: Jannik era reduce da una primavera incolore a causa delle sconfitte premature a Roma e al Roland Garros. Le prime prestazioni poco incoraggianti nei tornei di preparazione a Wimbledon sono poi state interpretate da molti come una conferma della fase calante attraversata dall’azzurro. Le perplessità esterne non hanno però condizionato Sinner, arrivato a Londra in buona condizione fisica, con tanta fiducia nei propri mezzi e forte di un atteggiamento improntato alla serenità. Jannik ha così evitato le brutte sorprese che una superficie come l’erba può sempre riservare anche ai big del circuito (come dimostrato dalle sconfitte di giocatori come Ruud, Fritz e Tsitsipas nei primi turni) riuscendo nel non facile compito di rispettare sempre i pronostici

La sfida a Djokovic rappresentava molto più che un “semplice” esame di maturità o una prova del nove dopo un tabellone favorevole. Era una vera e propria prova del fuoco e sebbene tutti sognassimo il grande exploit, pretenderlo non sarebbe stato corretto. Ciò che si chiedeva a Sinner era di dimostrare un passo avanti rispetto al confronto dell’anno scorso dal punto di vista della qualità del gioco e, nonostante il punteggio possa essere fuorviante, l’azzurro non ha deluso le aspettative. Tra l’altro, la versione di Djokovic apprezzata in semifinale è stata (in maniera piuttosto chiara) superiore a quella che non è bastata per avere la meglio anche di Alcaraz in finale. Rimane comunque un inevitabile pizzico di rammarico ma nessuno, comunque, potrà togliere a Jannik il traguardo della prima semifinale Slam: un’altra tappa raggiunta in un cammino in cui porsi limiti non ha senso. È evidente quale sia il prossimo step a cui guardare a questo punto (non lo diremo in maniera esplicita solo per scaramanzia!).

Spero di rigiocare tante partite di questo tipo. Sono felice per il torneo fatto e ho qualche rimpianto per questa partita, ma credo che la mia stagione sia stata molto buona fin qui. Sono ben messo nella Race, la stagione è ancora lunga, ma sono più tranquillo di due settimane fa”. Queste parole di Sinner al termine del match con Djokovic rappresentano una sintesi perfetta, nella sua linearità, della situazione in cui si trova ora il giovane talento azzurro. Il risultato di Wimbledon è l’ennesimo highlight della stagione di Jannik e la classifica Race (quella che fa riferimento all’anno solare in corso) è testimone di quanto bene stia facendo il 21enne di San Candido in questo 2023. È infatti quarto (tre posizioni guadagnate grazie alla semifinale a Londra) con lo stesso numero di punti di Tsitsipas, dietro solo a Alcaraz, Djokovic e Medvedev: una posizione rassicurante in ottica qualificazione alle ATP Finals di Torino (sono più di 1000 i punti di vantaggio sul nono posto). 

Sinner potrà quindi affrontare lo swing sul cemento nordamericano con la giusta serenità, dopo aver messo a tacere ancora una volta i dubbi di chi lo considerava in calo nel momento più delicato della stagione. Si tornerà a giocare sulla superficie forse migliore per Jannik e chissà che lo US Open (senza dimenticare i Masters 1000 di Cincinnati e Toronto), dove l’anno scorso l’azzurro si fermò a un punto dalla vittoria nei quarti di finale contro colui che poi vinse il torneo (Alcaraz), non possa essere già lo scenario per fare quell’altro piccolo grande passo avanti. 

 

ATP 250 S’HERTOGENBOSCH

1° T – Bye
2° T – [2] J. Sinner b. A. Bublik 6-4 6-2
Quarti – E. Ruusuvuori b. [2] J. Sinner 6-3 6-4

ATP 500 HALLE

1° T – [4] J. Sinner b. R. Gasquet 6-3 5-7 6-2
2° T – [4] J. Sinner b. L. Sonego 6-7 6-4 6-4
Quarti – A. Bublik b. [4] J. Sinner 7-5 2-0 rit.

WIMBLEDON

1° T – [8] J. Sinner b. J.M. Cerundolo 6-2 6-2 6-2
2° T – [8] J. Sinner b. D. Schwartzman 7-5 6-1 6-2
3° T – [8] J. Sinner b. Q. Halys 3-6 6-2 6-3 6-4
Ottavi – [8] J. Sinner b. D. Galan 7-6(4) 6-4 6-3
Quarti – [8] J. Sinner b. R. Safiullin 6-4 3-6 6-2 6-2
Semifinale – [2] N. Djokovic b. [8] J. Sinner 6-3 6-4 7-6

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