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Economia

Il ruolo dei fattori ESG nelle decisioni di investimento

 

Il cambiamento climatico e la sostenibilità attraggono sempre più attenzione nel settore finanziario e negli ultimi due anni gli investimenti in fondi ambientali, sociali e di governance (ESG) sono più che raddoppiati.

Reuters ha dichiarato il 2021 “anno degli investimenti ESG”, a seguito della pubblicazione di dati da Refinitiv Lipper che rivelavano la cifra record di 649 miliardi di dollari pervenuta ai fondi globali ESG, in aumento rispetto ai 285 miliardi del 2019.

Attualmente i fondi ESG rappresentano il 10% del patrimonio mondiale dei fondi. Questa crescita esponenziale ha portato le aziende di ogni dimensione a considerare il punteggio ESG un fattore determinante nel modo di fare impresa.

“In questo momento, l’ESG è il riferimento per la sostenibilità del settore finanziario”, spiega Claudio Zara, ricercatore presso il centro di ricerca GREEN dell’Università Bocconi. “Ciò perché la politica ha adottato questo quadro di riferimento e lo sta promuovendo per indirizzare i capitali finanziari verso un’economia più sostenibile”.

Oltre alla regolamentazione che deriva dalle politiche in atto, altri tre motivi spingono a tenere conto dei fattori ESG nelle decisioni di investimento: il rischio, la domanda dei consumatori e la resilienza.

Gli investitori e le aziende sono consapevoli che i disastri legati al cambiamento climatico e l’aggravarsi di problemi sociali generano numerosi rischi per le loro attività, tra cui quello di esaurimento delle risorse, il rischio di interruzioni della filiera e il rischio che la forza lavoro non goda di buona salute e manchi della preparazione necessaria.

La mancata adozione dei criteri ESG, inoltre, potrebbe determinare un danno reputazionale, se si considera che i consumatori cercano sempre di più aziende che rispecchino valori improntati alla responsabilità.

Si ritiene che le aziende con un buon punteggio ESG siano in grado di prevedere più facilmente rischi e future opportunità e per questo di attrarre più facilmente investitori green e investitori che intendono diversificare il loro portafoglio.

Se da un lato probabilmente gli investimenti futuri e l’innovazione determineranno un aumento delle forniture di risorse sostenibili, è possibile che la rapida crescita della domanda supererà l’offerta, aumentando la competizione e facendo salire i prezzi.

Le pressioni sulle risorse limitate possono essere gestite con la transizione all’economia circolare, che è fondamentale per gestire il cambiamento climatico e le tematiche ESG.

Il passaggio da un modello di business tradizionale e lineare basato sul principio “prendi, produci e getta” a un modello circolare basato sul riutilizzo delle risorse, che rimangono nel ciclo economico più a lungo e sono sfruttate con maggiore intensità, non solo può contribuire a contrastare l’esaurimento delle risorse, ma anche a ridurre l’inquinamento, aumentare la resilienza e migliorare la gestione del rischio. 

L’economia circolare getta le basi per una crescita nuova e migliore e, oltre a essere per questo il motore economico dell’ESG, è essenziale perché in grado di intercettare megatrend importanti che contribuiscono ad accelerare la transizione, come i trend demografici, l’urbanizzazione, la digitalizzazione e il cambiamento della domanda della clientela, sempre più attenta alle tematiche ambientali e sociali.

Claudio Zara, ricercatore presso il centro GREEN dell’Università Bocconi.

Risultati ottenuti dall’Università Bocconi e da Intesa Sanpaolo

Zara ha diretto uno studio condotto dall’Università Bocconi in stretta collaborazione con Intesa Sanpaolo, che mira a individuare la relazione tra l’economia circolare e il settore finanziario.
Una delle scoperte principali è che l’economia circolare può contribuire a ridurre il rischio finanziario di un’azienda e a migliorare la performance corretta per il rischio. La ricerca ha inoltre evidenziato che l’adozione di modelli di business circolari può rendere l’economia più resiliente agli shock esterni.

Le aziende che risultano più circolari hanno registrato meno performance negative e volatilità inferiore durante la pandemia di Covid-19 e sono tornate più velocemente alle condizioni precedenti dopo la pandemia

Claudio Zara, ricercatore presso il centro GREEN dell’Università Bocconi.

Il passaggio a sistemi circolari è una priorità strategica per la ripresa dopo la pandemia. Intesa Sanpaolo è uno dei principali attori del settore finanziario e ha destinato circa 115 miliardi di euro alla transizione ecologica nel suo Piano d’Impresa 2022-2025.

L’integrazione dei fattori ESG nel processo di investimento della Società ha un ruolo cruciale in questa transizione, dal momento che il quadro di riferimento garantisce pratiche aziendali trasparenti e sostenibili che possono essere valutate e documentate.

L’economia circolare e l’ESG sono entrambi fondamentali per i servizi finanziari in termini di riduzione del rischio di investimento, rispetto degli impegni relativi al clima e in termini di capitalizzazione di nuove forme di miglior crescita.

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